“Le centrali nucleari hanno un impatto radiologico significativo anche in condizioni di normale funzionamento, con conseguenze sanitarie negative sulla popolazione che risiede nell’area circostante l’impianto”
LA REALTÀ
· Una centrale termoelettrica a combustibili fossili da 1.000 MW produce ogni anno da 25.000 a 100.000 tonnellate di ceneri nelle quali si trovano da 1 a 50 GBq di radioattività sotto forma di isotopi radioattivi a lunga vita. Le ceneri sono normalmente impiegate per produrre materiale da costruzione e asfalto per pavimentazioni stradali.
· Una centrale nucleare da 1.000 MW libera ogni anno nell’ambiente circa 2 GBq di radioattività, comprendendo tutti gli effluenti a lunga vita, ovvero 1/25 della radioattività liberata da una centrale a carbone.
· La dose individuale media che ne deriva per gli individui più esposti della popolazione che vive entro un raggio di 10 km dalla centrale è di 0,01 mSv/anno.
· Questa dose è 300 volte inferiore alla dose media che gli stessi individui della popolazione assumono per cause naturali (3,1 mSv/anno).
· È quindi evidente che
l’impatto radiologico di una centrale nucleare è praticamente nullo;
il funzionamento degli impianti nucleari non ha alcuna conseguenza sanitaria.