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4 Ottobre 2017 da introw

PRESUPPOSTI PER IL PROGRAMMA ELETTRONUCLEARE NAZIONALE
Atti AIN 2008
a cura di Ugo Spezia

La giornata di studio AIN 2008, svoltasi a Genova il 24 Novembre 2008, è stata dedicata all’esame dei presupposti che l’AIN ritiene necessario garantire per la corretta impostazione e realizzazione di un programma elettronucleare nazionale. Gli interventi tenuti dai relatori hanno avuto la finalità principale di evidenziare le problematiche aperte e di indicare le corrispondenti possibili soluzioni, alla luce delle risultanze emerse dai lavori del Consiglio scientifico e dei Gruppi di lavoro tecnici dell’Associazione.
Nel corso della giornata sono stati affrontati, in articolare, i seguenti aspetti:
le necessità di pianificazione del sistema elettrico nazionale;
le necessità di riforma del sistema normativo che presiede all’iter di localizzazione e autorizzazione degli impianti nucleari;
i modelli di finanziamento dei progetti nucleari;
le necessità di potenziamento dell’Autorità di controllo nucleare;
le tecnologie mature ed emergenti nel settore elettronucleare;
le necessità di rafforzamento della presenza dell’industria nucleare italiana nel mercato internazionale attraverso idonee strategie di partnership;
la necessità di favorire la qualificazione del comparto manifatturiero nazionale attraverso idonee iniziative nel campo della normativa tecnica e della certificazione;
gli impegni prioritari e l’assetto operativo più funzionale al potenziamento delle attività di ricerca e sviluppo industriale nel settore nucleare;
l’adeguamento delle capacità di formazione a livello universitario;
la sistemazione definitiva dei materiali e dei rifiuti radioattivi;
la necessità di definire e dare attuazione ad una strategia e ad un programma di comunicazione istituzionale come premessa per la gestione del consenso.

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L’IMPATTO SANITARIO E AMBIENTALE

29 Settembre 2017 da introw

L’impatto sanitario

La produzione di energia nucleare, in tutte le sue fasi, comporta la produzione di materiali radioattivi, ma è anche l’attività più controllata dal punto di vista dell’impatto radiologico sui lavoratori, sulla popolazione e sull’ambiente.
Rischi di esposizione alla radioattività esistono nell’industria estrattiva del minerale uranifero, negli impianti di arricchimento dell’uranio, negli impianti di produzione del combustibile nucleare, nelle centrali nucleari, negli impianti di ritrattamento del combustibile nucleare e negli impianti di trattamento, condizionamento e stoccaggio temporaneo e definitivo dei materiali radioattivi.
Le esposizioni della popolazione alla radioattività prodotta dagli impianti nucleari sono tuttavia minime e di gran lunga inferiori a quelle dovute a tutte le altre cause, naturali e antropiche.

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IL COMBUSTIBILE NUCLEARE E I MATERIALI RADIOATTIVI

29 Settembre 2017 da introw

L’edizione 2006 del “Red Book”, pubblicato in collaborazione da ONU-IAEA e OCSE-NEA, che costituisce la pubblicazione di riferimento a livello internazionale sulle riserve di uranio, indica che le risorse uranifere estraibili a costi non superiori a 130 $/kg (risorse commerciali) attualmente accertate a livello mondiale ammontano a 4,7 milioni di tonnellate, mentre le risorse estraibili a costi di poco superiori a 130 $/kg sono stimate in 9,7 milioni di tonnellate.

Al tasso attuale di utilizzazione (il fabbisogno mondiale di uranio nel 2006 è stato di 66.529 tonnellate) e senza utilizzare i materiali in giacenza, le risorse minerarie commerciali (estraibili a costi non superiori a 130 $/kg) basterebbero per 70 anni e quelle totali per 220 anni. Occorre tuttavia considerare che esistono attualmente in giacenza uranio depleto, uranio ad alto arricchimento e plutonio in grado di alimentare per 20 anni il funzionamento dei reattori attualmente in esercizio (attraverso l’uso di combustibili a ossidi misti di uranio e plutonio). Utilizzando le risorse minerarie esistenti e i materiali in giacenza la durata delle risorse all’attuale tasso di utilizzazione è dunque quantificabile in circa 240 anni.

Un prolungamento sostanziale della durata delle risorse è legato alla prossima introduzione (2030) dei reattori della quarta generazione. I reattori a spettro neutronico termico attualmente in funzione nel mondo utilizzano infatti come combustibile l’uranio-235, che rappresenta solo lo 0,7% dell’uranio naturale. L’entrata in funzione dei reattori a spettro neutronico veloce basati sulla fissione dell’uranio-238 (la cui tecnologia è stata già sviluppata negli anni Ottanta con il reattore Superphénix e che costituiscono il principale riferimento per lo sviluppo dei nuovi reattori di quarta generazione) avrà l’effetto di consentire lo sfruttamento dell’uranio-238 (99,3% dell’uranio naturale) moltiplicando teoricamente per un fattore 60 la durata delle riserve di uranio accertate.

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RUOLO DELL’ENERGIA NUCLEARE

22 Settembre 2017 da introw

2.1.1 L’energia nucleare nel mondo

L’energia nucleare riveste nei paesi industrializzati un ruolo fondamentale nel soddisfacimento del fabbisogno di energia elettrica in condizioni di sostenibilità economica e ambientale.
Attualmente (dati IAEA al 30.05.2008) nel mondo ci sono 439 reattori in funzione in 32 paesi, 36 reattori in costruzione in 14 paesi (tra cui 11 in Europa), 93 reattori in progetto in 14 paesi e 218 reattori in opzione in 23 paesi.

Situazione mondiale dell’energia nucleare al 30.05.2008 (fonte: ONU-IAEA, 2008).

La maggior parte dei paesi industriali continua a ricavare dal nucleare quote consistenti della produzione elettrica. Il contributo nucleare alla produzione elettrica è stato nel 2007 del 33% in Europa (dove il nucleare è la prima fonte di produzione, davanti al carbone), del 24% nei paesi dell’OCSE (l’organizzazione della quale fanno parte i 27 paesi più industrializzati del mondo) e del 16% a livello mondiale.

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EVOLUZIONE DELLA TECNOLOGIA NUCLEARE

22 Settembre 2017 da introw

2.6.1 L’evoluzione storica

L’evoluzione della tecnologia nucleare ha portato al succedersi di diverse generazioni di impianti nucleari.

Le centrali nucleari della prima generazione sono sorte tra la fine anni Cinquanta e l’inizio anni Sessanta. Si tratta in genere di prototipi caratterizzati da una potenza ridotta (200 MWe) e da caratteristiche di sicurezza ampiamente superate dalle concezioni successive. Per questo hanno subito nei decenni numerosi interventi di adeguamento alle norme di sicurezza più recenti. Esempi di centrali della prima generazione sono dati in Italia dalle centrali di Trino (Vercelli), Borgo Sabotino (LT) e Garigliano (Sessa Aurunca, CE), equipaggiate rispettivamente con un reattore PWR Westinghouse, un reattore GCR Magnox e un reattore BWR General Electric.

Le centrali della seconda generazione hanno dato luogo al “boom” nucleare degli anni Settanta e Ottanta. Si tratta di impianti evoluti caratterizzati da una potenza di 600 – 1.000 MWe.
Le caratteristiche di sicurezza sono fondate sull’analisi probabilistica sviluppata all’inizio degli anni Settanta.
Anche queste centrali hanno subito nel corso degli anni interventi di adeguamento alle norme di sicurezza più recenti.
Un esempio di centrale della seconda generazione è dato dalla centrale italiana di Caorso (PC), equipaggiata con un reattore BWR General Electric.

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