L’impatto sanitario
La produzione di energia nucleare, in tutte le sue fasi, comporta la produzione di materiali radioattivi, ma è anche l’attività più controllata dal punto di vista dell’impatto radiologico sui lavoratori, sulla popolazione e sull’ambiente.
Rischi di esposizione alla radioattività esistono nell’industria estrattiva del minerale uranifero, negli impianti di arricchimento dell’uranio, negli impianti di produzione del combustibile nucleare, nelle centrali nucleari, negli impianti di ritrattamento del combustibile nucleare e negli impianti di trattamento, condizionamento e stoccaggio temporaneo e definitivo dei materiali radioattivi.
Le esposizioni della popolazione alla radioattività prodotta dagli impianti nucleari sono tuttavia minime e di gran lunga inferiori a quelle dovute a tutte le altre cause, naturali e antropiche.
Esposizione media alla radioattività per la popolazione italiana.
Sorgente
Dose annuale media
(mSv/anno)
Fondo naturale
3,1
raggi cosmici
0,30
radioisotopi cosmogenici
0,01
radiazione terrestre
2,81
Attività antropiche
1,1
pratiche sanitarie, radiologia
1,00
televisori e computer
0,01
impianti nucleari
0,001
viaggi aerei
0,002
altre esposizioni
0,01
fall-out di esperimenti nucleari
0,01
Totale esposizione
4,2
2.5.2 L’impatto ambientale
Il funzionamento di una centrale nucleare determina il rilascio nell’ambiente di modesti quantitativi di effluenti liquidi (acqua) e aeriformi che contengono tracce di radioattività molto inferiori alla radioattività naturale.
Gli effluenti liquidi (provenienti dalla depurazione dell’acqua di ciclo, dal trattamento dell’acqua della piscina del combustibile, dal drenaggio delle apparecchiature e da varie operazioni di lavaggio) sono raccolti in serbatoi di stoccaggio e trattati al fine di ridurre al minimo la radioattività scaricata nell’ambiente. Gli affluenti aeriformi (aria di ventilazione degli edifici, gas derivanti dal trattamento dell’acqua di ciclo) sono scaricati attraverso il camino della centrale, previo monitoraggio continuo con strumentazione appropriata per garantire il rispetto dei limiti imposti.
Lo scarico nell’ambiente degli effluenti liquidi ed aeriformi è regolamentato da apposite prescrizioni tecniche che, attraverso la cosiddetta “formula di scarico” autorizzata, limitano la quantità dì radioattività scaricabile su base annuale, trimestrale e giornaliera. Lo scarico effettivo degli effluenti delle centrali nucleari in esercizio nei paesi occidentali non va comunque oltre una percentuale minima (qualche %) delle quantità autorizzate.
In effetti, le centrali nucleari sono progettate per contenere e controllare tutti i materiali radioattivi prodotti, che sono trattati, condizionati e immagazzinati in depositi controllati.
L’impatto radiologico delle centrali nucleari è continuamente sorvegliato mediante una rete di monitoraggio interna ed esterna all’impianto integrata da stazioni meteorologiche. La distribuzione (fra qualche centinaio di metri e qualche chilometro dall’impianto) dei punti di misura diretta e di prelievo delle matrici ambientali esterne (acqua, aria, suolo, sedimenti, vegetazione, fauna) è tale da fornire una immagine significativa dello stato della radioattività nell’area circostante l’impianto. I risultati delle misure sono costantemente verificati dall’autorità di controllo nucleare.
2.5.3 I “costi esterni” del nucleare
Una valutazione oggettiva dell’impatto complessivo associato all’uso delle diverse fonti di energia può essere condotta calcolando i cosiddetti “costi esterni” (externalities) associati all’uso delle diverse fonti energetiche, ovvero dei costi derivanti dalla monetizzazione degli impatti sulla salute, sull’ambiente e sulle attività economiche, inclusi gli effetti di possibili incidenti, tenendo conto di tutto il ciclo produttivo.
Nell’ambito del progetto europeo Externe è stato elaborato uno studio che valuta come segue i costi esterni medi in 15 paesi europei:
― carbone 8,5 c €/kWh
― olio combustibile 7,0 c €/kWh
― gas 2,5 c €/kWh
― biomassa 1,5 c €/kWh
― fotovoltaico 0,6 c €/kWh
― nucleare 0,5 c €/kWh
― idroelettrico 0,5 c €/kWh
― eolico 0,1 c €/kWh
Come si vede, i costi esterni dell’energia nucleare sono da 5 a 17 volte inferiori a quelli delle fonti fossili, si collocano allo stesso livello di quelli associati all’energia idroelettrica, sono inferiori a quelli dell’energia fotovoltaica e sono superiori solo a quelli dell’energia eolica.