Lontano dai vulcani, dalle dighe, dalle zone sismiche o dalle fabbriche pericolose. Queste sono solo alcune delle informazioni emerse dal documento che contiene la lista delle località compatibili per la realizzazione del deposito nazionale italiano delle scorie. Ma che cosa sappiamo di questa struttura e soprattutto quanto c’è da aspettare prima di veder partire il progetto? Purtroppo, per ora, la decisione è ancora lontana e i tempi sembrano slittare.
A tre anni dalla stesura della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, gli italiani sono in attesa di vedere come il ministero dello sviluppo economico gestirà la situazione. Anche se, il ministro Carlo Calenda ha ammesso di voler presto rendere pubblica la carta.
Quali sono i criteri di scelta per costruire il deposito nucleare?
Il deposito conterrà 78mila metri quadri dei rifiuti radioattivi di bassa e media intensità che sono prodotti in Italia. Qui si trovano scarti d’industria, sanità e dell’energia nucleare. Al momento i rifiuti della filiera nucleare sono sparsi in 22 posti, tra ex centrali, laboratori, aziende e magazzini. I cittadini e i sindaci sono pronti a conoscere quali sono le zone adatte ad accogliere l’infrastruttura, attorno alla quale si creerà un braccio di ferro politico per stabilire poi quale sarà la destinazione finale.
I criteri scelti sono dovuti all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca dell’ambiente. Era il 4 giugno 2014 quando l’ente pubblicò una guida con 28 criteri che escludevano determinati territori non adatti o rispettosi della sicurezza. Tra questi figurano proprio i vulcani, sia attivi, che dormienti: ecco allora che vengono escluse subito le zone di Stromboli, Vesuvio, Etna, Lipari, Panarea, Pantelleria, l’isola Ferdinanda e i Colli Albani. Parallelamente è stato detto no alle aree ad alto rischio sismico e alle zone carsiche. Diventano off limits anche gli appennini fino alla costa orientale della Sicilia, in Emilia Romagna e Veneto. Per non parlare poi delle zone esposte a rischio inondazioni, o frane.
Dalla pubblicazione del documento alla consultazione pubblica
Il ministero dispone già dell’elenco dei luoghi adatti ad accogliere il deposito nucleare, ma per ora tutto resta segreto. Ci si aspetta che dopo la pubblicazione del documento, possa arrivare una fase di consultazione pubblica, che dovrebbe durare circa 3-4 mesi. E’ in quel momento che i cittadini, attraverso le associazioni, e le imprese potranno dire la loro idea. Per ora, Liguria, Basilicata e Sardegna si sono opposte a tale “candidatura”, motivando anche perché non potranno accogliere questo deposito nucleare.